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  • Nuovo codice degli appalti 2023

    È stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il nuovo codice appalti, dlgs 36/2023. Ecco il testo da scaricare completo di allegati e le principali novità Il nuovo codice appalti è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 31 marzo 2023, rispettando i tempi previsti. Diamo il benvenuto al dlgs 36/2023 che dal primo aprile 2023 manda in pensione il dlgs 50/2016 dopo quasi 7 anni di onorata carriera (in realtà l’entrata in vigore delle nuove disposizioni è soggetta a un periodo transitorio). Uno dei punti focali del nuovo codice è la digitalizzazione dell’intero ciclo di vita dell’appalto. Anche le stazioni appaltanti avranno l’obbligo di migrare verso piattaforme aperte interoperabili (BIM): dovranno adottare metodi e strumenti di gestione informativa digitale delle costruzioni per la progettazione e la realizzazione di opere di nuova costruzione e per gli interventi su costruzioni esistenti per importo a base di gara superiore a 1 milione di euro. Nuovo codice appalti, download dlgs 36/2023 Il testo del dlgs 36/2023 è stato pubblicato sul supplemento ordinario n.12 della Gazzetta Ufficiale n. 77 del 31 marzo 2023. Ecco il testo completo del nuovo codice. SCARICA NUOVO CODICE APPALTI DLGS 36/2023 PDF Nuovo codice appalti, quando entra in vigore? Quando entra in vigore il nuovo codice appalti? Il codice si applicherà a tutti i nuovi procedimenti a partire dal 1° aprile 2023. Dal 1° luglio 2023 è prevista l’abrogazione del dlgs 50/2016 e l’applicazione delle nuove norme anche a tutti i procedimenti già in corso. Nuovo codice appalti e digitalizzazione La digitalizzazione è il carburante per l’intero sistema e per il ciclo di vita dell’appalto. Un vero e proprio “ecosistema nazionale di approvvigionamento digitale” composto da una serie di elementi: banca dati nazionale dei contratti pubblici; fascicolo virtuale dell’operatore economico, appena reso operativo dall’Autorità nazionale anti corruzione (ANAC); piattaforme di approvvigionamento digitale; procedure automatizzate nel ciclo di vita dei contratti pubblici. Digitalizzazione totale anche per quanto riguarda l’accesso agli atti, in linea con le procedure di affidamento e di esecuzione dei contratti pubblici. Nuovo codice appalti: procedure di affidamento L’articolo 50 del nuovo codice appalti prevede un sistema di procedure per l’affidamento differente rispetto all’impianto precedente: limiti più alti per gli affidamenti diretti e un sistema semplificato. Sono previste le seguenti procedure di affidamento: Lavori: affidamento diretto fino a 150.000 euro; procedura negoziata senza bando, con consultazione di 5 operatori economici, per i lavori di importo fino a 1 milione di euro; procedura negoziata senza bando, con consultazione di 10 operatori economici, per i lavori di importo fino a soglia; Servizi e forniture: affidamento diretto fino a 140.000 euro; procedura negoziata senza bando, con consultazione di 5 operatori economici, per i servizi/fornitura fino a soglia di rilevanza europea. Inoltre, per l’affidamento di lavori di importo pari o superiore a 1 milione di euro e fino 5,382 milioni di euro è fatta salva la possibilità di procedere con gara ad evidenza pubblica senza necessità di motivazione. Con l’entrata in vigore del nuovo codice appalti (luglio 2023), la metodologia BIM diventerà una realtà consolidata nella normale amministrazione di un appalto pubblico. Nuovo codice appalti e RUP, cosa cambia Nel nuovo codice appalti la figura del RUP cambia nome rispetto al dlgs 50/2016: da responsabile unico del procedimento diventa responsabile unico del progetto. A lui vengono affidate le fasi di: programmazione; progettazione; affidamento; esecuzione. Novità del nuovo testo rispetto alla bozza di dicembre 2016 risiede nei requisiti del RUP che adesso vengono definiti nell’allegato I.2. Nella bozza di dicembre tale allegato conteneva, invece, indicazioni su nomina e compiti del responsabile unico del progetto. Altra novità interessa la nomina. Secondo il testo approvato in Coniglio dei Ministri spetta alle stazioni appaltanti e agli enti concedenti e non al responsabile dell’unità organizzativa, come riportato nella bozza di dicembre. Inoltre può essere scelto preferibilmente all’interno della stazione appaltante anche tra i dipendenti con contratto a tempo determinato (altra novità rispetto alla bozza di dicembre). Nuovo codice appalti: si al subappalto a cascata La novità in materia di subappalto è introdotta dall’art. 119 dlgs 36/2023, precisamente al comma 17. La novità è che si può ricorrere al subappalto a cascata, a differenza di quanto indicato nell’art. 105 dlgs 50/2016 in cui ne era specificato il divieto. Che cos’è il subappalto a cascata? È l’affidamento di lavorazioni di competenza del subappaltatore, ad una impresa terza. Il nuovo codice appalti stabilisce che è possibile farlo a discrezione della stazione appaltante. Progettazione secondo il nuovo codice: addio al definitivo Il nuovo testo abolisce completamente il livello intermedio di progettazione: i livelli di progettazione diventano due: progetto di fattibilità tecnico-economica; progetto esecutivo. L’allegato I.7 del Codice definisce i contenuti dei due livelli di progettazione e stabilisce il contenuto minimo del quadro delle necessità e del documento di indirizzo della progettazione che le stazioni appaltanti e gli enti concedenti devono predisporre. Appalto integrato Prevista la possibilità di ricorrere all’appalto integrato! Si parla di appalto integrato quando il contratto ha per oggetto sia la progettazione che l’esecuzione dei lavori, ossia l’affidamento della progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori sulla base di un progetto di fattibilità tecnico-economica approvato. Il nuovo codice consente il ricorso all’appalto integrato. Revisione prezzi Nelle procedure di affidamento è obbligatorio l’inserimento delle clausole di revisione prezzi che si attivano per variazioni del costo dell’opera, della fornitura o del servizio, in aumento o in diminuzione, superiori al 5% dell’importo complessivo e operano nella misura dell’80% della variazione stessa, in relazione alle prestazioni da eseguire in maniera prevalente. Qualificazione stazioni appaltanti Le stazioni appaltanti delle unioni di comuni, delle provincie e delle città metropolitane, dei comuni capoluogo di provincia e delle regioni, sono iscritte nell’elenco ANAC delle stazioni appaltanti qualificate con riserva. Le succitate stazioni appaltanti devono presentare domanda di scrizione con riserva agli elenchi delle stazioni appaltanti e delle centrali di committenza qualificate a partire dal 1° luglio 2023, così da prestare ausilio in favore di altre SA non qualificate. Le stesse, a decorrere dal 1°gennaio 2024, dovranno presentare domanda per l’iscrizione a regime nei medesimi elenchi. L’iscrizione con riserva ha una durata non superiore al 30 giugno 2024. La qualificazione è prevista per: affidamento diretto di servizi e forniture superiori alle soglie; affidamento di lavori superiori a 500.000 €. Il sistema di qualificazione entrerà in vigore il 1° gennaio 2024. Nuovo e vecchio codice: periodo transitorio E’ previsto un periodo transitorio in cui coesisteranno i 2 codici che terminerà il 1° gennaio 2024. Il nuovo codice entra in vigore il 1° aprile 2023, ma le sue disposizioni acquistano efficacia dal 1° luglio 2023; tuttavia, per avvisi o bandi pubblicati prima di tale data, si continuano ad applicare le regole del vecchio codice appalti (dlgs 50/2016). Occorre prestare particolare attenzione all’intreccio normativo: per conoscere tutti i dettagli ti rimando a uno specifico contenuto sull’entrata in vigore e il periodo transitorio. Entrata in vigore codice appalti 2023 Non rischiare di trovarti impreparato. Per adeguare al meglio i tuoi sistemi e per essere certo di rispondere appieno ai nuovi adempimenti, affidati ad un unico interlocutore in grado di supportare il tuo lavoro. Nuovo codice appalti e il principio del risultato Un’altra novità del nuovo codice rispetto al dlgs 50/2016 è il principio del risultato a cui è dedicato il primo articolo del dlgs 36/2023: Il principio del risultato costituisce attuazione del principio del buon andamento e dei correlati principi di efficienza, efficacia ed economicità. Esso è perseguito nell’interesse della comunità e per il raggiungimento degli obiettivi dell’Unione europea. La vera rivoluzione è contenuta nel comma 4: la responsabilità del personale finora veniva intesa come responsabilità di violazione delle norme. Il principio del risultato, invece, presuppone che la valutazione avvenga in finzione del risultato concreto raggiunto e non solo per la mera applicazione delle norme. L’obiettivo principale del nuovo codice è quello di gestire bene ogni fase: dall’affidamento fino alla realizzazione dei lavori con la massima tempestività e il miglior rapporto qualità/prezzo. Ma se velocità significa non applicare correttamente le norme o significa mettere da parte la qualità, perde di valore. Il nuovo codice si apre con l’analisi di 12 principi generali di derivazione costituzionale, tra cui il principio del risultato che richiama il principio del buon andamento di cui all’art. 97 della Costituzione. Tale principio è in funzione di altri principi: concorrenza, trasparenza, verificabilità, tracciabilità, efficacia, efficienza, economicità. https://biblus.acca.it/nuovo-codice-appalti-2023/

  • Ultime Notizie Esame di Stato Architetto 2023

    In merito all’Esame di Stato Architetto 2023 13/02/2013 Milleproroghe 2023: gli emendamenti sui settori della conoscenza approvati dalle Commissioni riunite del Senato hanno stabilito: Esami di Stato di abilitazione per alcune professioni regolamentate Prorogate al 31 dicembre 2023 le norme secondo cui, in deroga alle vigenti disposizioni normative, con uno o più decreti del Ministro dell’università e della ricerca possono essere: definite l’organizzazione e le modalità della prima e della seconda sessione dell’anno 2023 degli esami di Stato di abilitazione all’esercizio delle seguenti professioni regolamentate: dottore agronomo e dottore forestale, architetto, assistente sociale, attuario, biologo, chimico, geologo, ingegnere, tecnologo alimentare, dottore commercialista ed esperto contabile; individuate modalità di svolgimento diverse da quelle ordinarie, ivi comprese modalità a distanza, per le attività pratiche o di tirocinio previste. Ovviamente non è possibile con certezza capire  la  modalità d’esame: unica, classica o addirittura  una terza modalità (modalità di svolgimento diverse da quelle ordinarie, ivi comprese modalità). La discrezionalità del ministero è ampia,dovremo aspettare i decreti attuativi, previsti per marzo 2023. Consigliamo di cominciare subito, di prepararsi sul progetto architettonico lettura o redazine (storia, tipologie, composizione, disegno), utile per ogni tipologia di modalità. Ti ricordiamo inoltre i nostri corsi ottimizzati per ogni tipologia di modalità d’esame. https://www.esamearchitetti.com/esamedistatoarchitetto2023

  • Tutte le Domande Esame di Stato Architetto aggiornate Ottobre 2023

    Quest’anno la modalità di svolgimento dell’esame è continuata ad essere una sola prova orale a distanza o in presenza. È importante da considerare che in ogni sede d’esame le domande sono molto diverse, ad esempio a Milano l’esame è come gli anni precedenti costituito da due parti progetto e legislazione, la commissione fa vedere un elaborato o diversi elaborati progettuali di un edificio residenziale o edificio pubblico e fa delle domande sul complesso dell’edificio, la morfologia e le normative( RE, VVF,TUE,...) poi l’esame continua con altre discipline come il codice deontologico, il catasto, procedure amministrative e via. A Roma invece l’esame è in presenza ma la procedura è la stessa come Milano con le domande sono specificamente sulla struttura e il concetto progettuale/culturale dell' edificio. A Napoli e Catania non c’è la prova progettuale quindi le domande della progettazione riguardano alla tesi del candidato e poi continua con le domande legislative. A Reggio Calabria l’esame è online e le immagini che vengono dimostrati sono delle parti strutturali, nodi tecnologici, prove in cantiere con delle domande che riguardano ad NTC 2018, calcoli agli stati limite , i momenti, GIUNTI, norme antisismica, ecc. Avere informazioni sulla sede d’esame è essenziale anche perché da la possibilità di sapere gli argomenti su cui ci si deve concentrare di più. Come gli anni scorsi abbiamo raccolto quasi 280 domande dell’esame con le risposte aggiornate e verificate. Le domande sono state ripetutamente chieste dalle commissioni di tutte le sedi d'Italia. Giustamente non è possibile includere tutte le domande ma solo quelle più ripetute che vi da qualche idea come si deve preparare per l'esame di Stato Architetto. Poi dipende dal progetto che vi capita le domande di legislazione variano. Le domande sono state categorizzate in 6 gruppi: il codice deontologico, progettazione architettonica, urbanistica, norme antincendio, catasto, sicurezza e le domane specifiche per l'architetto Junior. è possibile acquistare il file pdf tramite PayPal. * il prezzo è di 48 Euro iva inclusa. n.b. una volta pagato entro qualche secondo verrà indirizzato ad una pagina dove potrà scaricare il file. Argomenti Prima prova ,la progettazione - Tipologie residenziali, linea/ blocco/ torre - caratteristiche delle tipologie residenziali -sistemi costruttivi -normative di riferimento tipologie residenziali -tipologie pubbliche, scuola, sala conferenza, museo ecc. -norme di riferimento antincendio -lettura del manufatto architettonico -lettura del particolare costruttivo Seconda prova, codice deontologico -consiglio dell'ordine -consiglio disciplina -formazione di architetto -rapporto dell'architetto con altri colleghi -calcolo parcella di architetto -incarico professionale, rapporto fra l'architetto e committente -CNAPPC -Affidamento dei servizi attinenti l architettura e l'ingegneria Seconda prova, edilizia/sistema tecnologico -calcolo distanze edilizie -tipologie delle fondazioni -parcheggio privato e pubblico -NZEB - SLP -DPI -il cappotto -tipi di controsoffitto -standard per i servizi igienici/ disabile -accessibilità, adattabilità , bistabilità -pertinenze -titoli abilitativi -permesso in sanatoria -social housing e case popolari -oneri di costruzione - catasto -rilievo -NTA e Regolamento edilizio -progettazione in deroga -gestione delle acque in edificio - rapporto aero illuminante/ RAI - Calcolo altezze - computo metrico e computo metrico estimativo - struttura in legno -XLAM -giunto sismico, come e quando -scale antincendio -SCA - norme tecniche di costruzioni NTC.2008 -progettazione bioclimatica -ciclo di vita -riqualificazione energetica -APE -condono edilizia -obblighi di DL -fasi di realizzazione tetto giardino -capriata -ponte termico - fasi di realizzazione tetto a falda. legno/ cls -infisso a taglio termico Seconda prova, urbanistica -vincolo dei beni culturali -opere di urbanizzazione primarie e secondarie -certificato destinazione urbanistica -standard urbanistici nella zona produttiva -livelli di pianificazione -legge ponte -superficie territoriale/ fondiaria - piano dei servizi e PGT -NTA -VIA e VAS Seconda prova, lavori pubblici -capitolato generale e speciale d'appalto -la contabilità - progetto di fattibilità, contenuti -progetto definitivo ed esecutivo -quadro economico -appalto dei servizi ed opere la differenza -collaudo statico ed amministrativo - POS e PSC -requisiti di progettare un'opera pubblica -consegna dei lavori -note messe dall'impresa riserva -procedura scelta del contraente - variante -appalto integrato

  • Norme Tecniche di Attuazione e Regolamento edilizio, le differenze e prevalenza

    In caso di contrasto tra normativa e segno grafico occorre dare prevalenza alla prima. Gli strumenti programmatici del territorio hanno natura duale composta da mappe e NTA. Per quanto le cartografie del PRG/PGT siano prodotte bene, non è possibile che siano sufficienti per comunicare al lettore l’intento e i limiti pianificatori previsti in un territorio. Le norme tecniche attuative non furono espressamente introdotte con la L. 1150/42 e neppure con la Legge Ponte n. 765/1967. Di fatto esistevano già proprio per rendere completo, comprensivo e concretamente attuabile la parte cartografia del Piano Regolatore comunale. Le norme tecniche di attuazione, o norme tecniche attuative (NTA), hanno da sempre formato parte integrante e inscindibile del PRG, andando a dettagliare le previsioni programmatiche e la zonizzazione. A titolo di esempio, le NTA dispongono prescrizioni e limiti quantitativi dei parametri edificatori per ogni zona o fabbricati (cubaggi, superfici, altezze massime), destinazioni d’uso ammissibili, distanze tra costruzioni, oppure contengono prescrizioni specifiche per ogni zona espressamente consentite o meno. Tra Norme tecniche attuative e Regolamento edilizio. Le norme tecniche di attuazione si vanno ad integrare col regolamento edilizio comunale, spesso in rapporto complementare e a volte pure in contraddizione, lasciando aperti spazi a contenziosi e difficoltà applicative. Tra le NTA e Regolamento edilizio esiste una radicale differenza da un punto di vista formale e sostanziale. Da un punto di vista formale le NTA, essendo parte integrante del PRG/PGT, seguono ovviamente lo stesso iter procedurale (adozione e approvazione Consiglio comunale), mentre il Regolamento Edilizio in quanto atto di natura regolamentare è sufficiente il vaglio della Giunta comunale. Nella sostanza invece differiscono per diversi aspetti, pur affrontando gli stessi argomenti di assetto del territorio. Il Regolamento edilizio disciplina gli aspetti procedurali amministrativi, igienico sanitari, cantieristici, decoro e aspetto esteriore tra spazi privati e pubblici, e infine definizione generica dei parametri edificatori; le NTA invece dettagliano i parametri edificatori e le prescrizioni costruttive in maniera puntuale e riferita ad ogni zonizzazione, arrivando a fornire riferimenti precisi per ogni edificio. Ad oggi le norme tecniche attuative possono anche articolarsi all’interno dello PRG come schede norma, cioè particolari paragrafi che dispongono indirizzi progettuali relativi ad una zona ben definiti, senza fornire particolari disposizioni, appunto lasciate da definire al proponente la trasformazione dell’area. Con l’emanazione della L. 1150/42 furono maggiormente delineati i limiti tra PRG e Regolamento edilizio, ponendo un solco divisorio giunto fino ai giorni nostri. Chiaramente tra Regolamento Edilizio e NTA deve esistere un principio di coerenza e congruenza in maniera orizzontale tra loro, e soprattutto in maniera verticale con norme sovraordinate (nazionali/regionali) e discipline settoriali. In caso di divergenza e contrasto con esse, devono essere disattese e applicate quelle gerarchicamente prevalenti fino al loro successivo adeguamento o recepimento espresso, in quanto diritto/dovere pianificatorio posto nelle mani dell’ente comunale. I contrasti tra strumenti urbanistici e regolamenti comunali possono essere in prima istanza affrontati secondo il principio di sopravvenienza cronologica e gerarchica. Invece in caso di contrasto interno tra gli stessi componenti del PRG pongono difficile margine di manovra e interpretazione. Ammettiamo il caso in cui le cartografie o gli elaborati grafici abbiano una previsione risultante discorde da quella previsione indicata nelle norme tecniche attuative. Facciamo un esempio utilizzando la fattispecie trattata dal Consiglio di Stato IV con sentenza n. 49/2014. Nei grafici un edificio aveva una campitura diversa da quella del proprio resede pertinenziale esclusivo, mentre le norme tecniche attuative prevedevano che l’estensione del grado di tutela e limiti di edificabilità all’intera rispettiva area di sedime pertinenziale. Delle due in contrasto tra loro, soltanto una deve prevalere: secondo la consolidata giurisprudenza sono le norme tecniche attuative, ovvero la parte normativa, a prevalere sulle disposizioni grafiche (Cons. di Stato IV n. 3081/2007; idem n. 4462/2000). Si tratta di un principio coerente col più alto principio generale di tutela dell’affidamento che tende a privilegiare nel senso meno gravoso per la proprietà privata, da applicare nei casi in cui si verifichi contrasto tra elaborati cartografici e grafici scaturente nei confronti della disciplina normativa del Piano Regolatore, appunto le Norme tecniche attuative. (Cons. di Stato IV n. 3081/2007). Articolo curato da Carlo Pagliai https://www.studiotecnicopagliai.it

  • Prova orale Esame di Stato Architetto, Lettura del manufatto Architettonico

    Prima dell'inizio Covid, l'esame di Stato Architetto consisteva di 3 prove scritte ed una prova orale. La prima e seconda prova erano relativi alla progettazione architettonica o urbanistica. La procedura di progettazione e la relazione illustrativa(la seconda prova scritta) è quasi la stessa del discorso analitico che si fa all'esame orale. Qui sotto dimostro uno esempio della procedura di progettazione nella prima prova scritta di Esame di Stato Architetto Senior paragonando con il discorso che si prepara per il colloquio. 1- Identificare i dati del progetto Sia per il tema di nuova costruzione sia per quello di progettazione urbanistica è necessario identificare la superficie del territorio( ST / SF), gli indici e i vincoli che si trovano nel lotto specificato dalla commissione d'esame. n.b. è fondamentale sapere le differenze fra la superficie territoriale e la superficie fondiaria. 2- Calcoli il calcolo del volume costruibile massimo nel terreno è il primo quesito da ottenere prima di iniziare il disegno.* i calcoli verranno fatti attraverso gli indici che si trovino sul PGT/ piano dei servizi per la città di Milano. *Il candidato deve sapere le formule per fare i calcoli del volume e la SLP anche nella prova orale. 3- La tipologia Nel tema della prova scritta è già specificata la tipologia dell'edificio richiesta ma nella prova orale il candidato deve identificare la tipologia guardando le foto che viene dimostrato sullo schermo quindi è necessario sapere le caratteristiche principali della tipologia residenziale(blocco, linea, torre) e la tipologia pubblica (scuola, residenza per anziani, ecc.) . 4- il contesto culturale dell'edificio solo per la prova orale serve sapere le motivazioni culturali che hanno determinato le principali caratteri dell'edificio. 5- Normative di riferimento Ogni progetto viene disciplinato dalle normative edilizie ed urbanistiche vigenti. Il DM 1444/68( legge Ponte) è la norma che disciplina sia l'aspetto urbanistico che l'aspetto architettonico dell'edificio. Altroché Standard urbanistici e distacchi stradali ci sono norme che definiscono i distacchi fra gli edifici e densità edilizia in diverse zone della . Avere una buona conoscenza del Regolamento Edilizio e NTA della città in cui si fa l'esame è essenziale per superare l'esame. 6- Concept Il passo successivo è l'analisi dei percorsi e formare palinsesto dei servizi considerando le superfici minime di ogni unità ambientale , le aree di passaggio e manovra per gli ambienti adattabili/ accessibili e visitabili.(DM 236/89 ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE)* n.b. nella prova orale è molto importante descrivere il concept del progetto facendo riferimento alle normative di riferimento che hanno disciplinato la forma del progetto. 7 -struttura è fondamentale sapere il sistema costruttivo, la struttura portante e la modalità di distribuzione del peso di edificio sul terreno(travi, pilastri e fondazione). La norma che disciplina la struttura e i materiali dell'edificio è ntc.2008. Generalmente le strutture degli edifici residenziali sono a telaio fatto di Cls Armato. 8- Sistema ambientale il rapporto fra le unità ambientali, collegamenti verticali ed orizzontali. Il rapporto dell'edificio con il contesto urbano, il rapporto fra gli spazi chiusi/semi chiusi e aperti. L'aspetto bioclimatico del progetto 9- Elaborati grafici Disegno della pianta, sezione, prospetti e particolare costruttivo nella scala richiesta. Nella prova orale si può definire la scala del progetto attraverso i dettagli negli elaborati per capire s'è un progetto preliminare, definitivo o esecutivo. 10- Nodi tecnologici Il nodo tecnologico è la parte critica dell'edificio dove convergono due o più materiali. Nel nodo tecnologico è importante il ponte termico e come risolverlo con soluzioni efficaci. Ci sono tre nodi principali: l'attacco a terra, solaio interpiano e la copertura. 11- Titoli abilitativi Questa parte serve solo per la prova orale dove bisogna spiegare il titolo abilitativo che serve per costruire l'edificio. IL CORSO DI PREPARAZIONE ESAME DI STATO ARCHITETTO Siamo i primi in Italia per l’autorevolezza, professionalità, innovazione, investimenti in R&S, crescita e percentuali di promossi Siamo un gruppo di Docenti sostenuti da un gruppo di ricerca multidisciplinare che si avvale costantemente di consulenze del mondo academico e di famosi studi di architettura. Siamo stati i primi e siamo ancora gli unici, ad offrire un metodo per affrontare velocemente l’EdS. Un metodo originale, innovativo, semplice e sintetico. La nostra "altissima" percentuale di corsisti promossi è dovuta alla professionalità, serietà e dal metodo innovativo che sin dal primo giorno del Corso, ti trasmetteremo. per maggior informazioni sul corso contattaci esamearchitetto.milano@gmail.com Tel: 3275462610

  • "Simulazione + Lezione" Esame di Stato Architetto, Novembre 2022

    Come indicato dal sito MIUR, la seconda sessione dell'esame di Stato Architetto 2022 inizia il 17 Novembre (Architetto Senior) ed il 24 Novembre (Architetto Junior). L'esame è strutturata in un UNICA Prova Orale che viene sostenuta tramite un colloquio individuale da remoto. Questa modalità di esame è iniziata dall'inizio di COVID in 2020 e c'è un'alta possibilità che la seconda sessione di 2022 sia l'ultima sessione che si fa l'esame orale e da 2023 si riprende la modalità tradizionale dell'esame. il colloquio d'esame dura fra 25 a 40 minuti e le domande dell'esame comprendono sia la parte progettuale sia quella di legislazione edilizia(privata e pubblica), urbanistica e professionale. Questa modalità d'esame sembra molto vantaggiosa rispetto a quella tradizionale. Essendo vicini alle date dell'esame, abbiamo deciso di offrire una simulazione+ revisione/lezione ai candidati che devono sostenere l'esame a Novembre 2022 con l'obiettivo di colmare le lacune e preparare i candidati ad affrontare i progetti in maniera critica ed analitica. La modalità di simulazione è uguale a quello dell’esame suddiviso in due parti. Nella prima parte viene dimostrato un progetto con le domande che riguardino il concetto, la struttura, lo storia e le normative. Nella seconda parte le domande sono concentrate sulla legislazione urbanistica/ edilizia e professione dell’architetto(codice deontologico). La simulazione dura circa un’ora e mezza con le correzioni e indicazioni sulle quali il candidato deve essere più concentrato. Alla fine di simulazione vi diamo una dispensa con tutte le domande/ risposte dell'esame negli anni scorsi aggiornata Settembre 2022. Il costo di simulazione è di 100 Euro, Iva inclusa. Il giorno e l’orario di simulazione è da concordarsi con il tutor del corso. Per iscrizione e maggiori informazioni scrivici una email : esamearchitetto.milano@gmail.com O mandaci un messaggio su WhatsApp al numero: 3275462610 n.b. è possibile detrare il costo di simulazione dal costo totale del corso in caso si decide di fare un corso di preparazione per l’esame. https://www.esamearchitetti.com/corsoedsarchitetto2022

  • Consigli per superare l'esame di Stato Architetto

    L'unica prova orale dell'esame di Stato Architetto Senior/Junior sembra più facile e fattibile rispetto alla prova tradizionale per la quale si doveva preparare tre prove scritte ed una prova orale finale; ma devo dire che fare l'esame in unica prova orale non è cosi semplice come sembra, ci sono tanti fattori che influenzano sulla procedura dell'esame e possono ribaltare il risultato in pochi minuti. Il primo ed il "più importante" fattore è giustamente la preparazione, bisogna padroneggiare tutte le materie dell'esame sia la progettazione architettonica/urbanistica sia le normative, disciplina e deontologia. Altri fattori importanti sono l'ansia, la concentrazione, il padronaggio della lingua italiana(considerando che ci sono tanti stranieri laureati in Italia che vogliono sostenere l'esame) , la capacità di formare un discorso analitico/descrittivo, ed ecc. Io sono il tutor del corso preparazione per esame di Stato Architetto da 2015 e qui sotto vi voglio dare dei consigli su come prepararsi per l'esame in modo di avere alta possibilità di superarla al primo colpo; Le domande che si fa prima di cominciare a studiare sono: COME, COSA e QUANDO cominciare a studiare per l'esame di Stato. "Il miglior tempo per iniziare a studiare è 3/4 mesi prima dell'esame, bisogna considerare che il tempo di studio per ogni persona può variare." Quali sono i riferimenti da studiare? I riferimenti da studiare c'è ne sono tanti nel mercato, il più famoso è il prontuario di Fabio Alberto Ceccarelli, ci sono altri manuali dell'architetto come , Manuale per l'esercizio delle professione e l'esame di stato. Sinceramente vi suggerisco di studiare il manuale più semplice da capire perché dovete ricordarvi tutto durante l'esame ed alcuni prontuari sono molto complicati a capire! non vi fidare delle dispense di altri ragazzi che hanno fatto l'esame perché possono ommettere tanti dettagli importanti, sempre studiare i documenti e normative originali. Ricordatevi le domande non sono solo delle normative ma anche del progetto cercate di vedere tanti progetti contemporanei nazionali ed internazionali sui siti e formare un discorso analitico degli argomenti come il concept, la struttura, consumo energetico, le norme di riferimento ed il processo edilizio. Se dovete fare l'esame a Milano, sul sito " https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/ " ci sono tanti progetti del periodo modernismo e contemporaneo. PER RIDURRE L'ANSIA BISOGNA FARE TANTE SIMULAZIONI DI ESAME. Ci sono diversi modi per ottenere le domande dell'esame: 1- La prova orale online ci da questa possibilità di sentire l'esame di altri candidati da remoto e formare un idea su come può procedere l'esame.* *n.b. ogni commissione di esame può concentrarsi su un argomento piuttosto che l'altro ed è meglio sentire le domande della vostra commissione d'esame. 2- I gruppi di whatsapp dove i candidati condividono le domande dell'esame. ATTENZIONE! STUDIARE SOLO LE DOMANDE DELL'ESAME NON è SUFFICIENTE PER SUPERARE L'ESAME. Alla fine il mio suggerimento per superare l'esame in poco tempo è di iscriversi ad un corso di preparazione con il prezzo accessibile che comprende il pacchetto completo per preparazione per l'esame di Stato Architetto. Il corso esame di Stato Online ha numerosi vantaggi con lo scopo di farvi superare l'esame a primo colpo; il corso non finisce e continua fino a superamento dell'esame senza alcun costo aggiuntivo. impiegare un metodo unico nel programma di studio le lezioni sono interamente online, non sono video registrate e gli iscritti hanno un tutor personale che vi segue in tutte le fasi dello studio. c'è la possibilità di sostenere almeno 5 simulazioni d'esame specifiche per ogni sede. il corso offre tutti i materiali di studio su una piattaforma Arcloud e c'è anche la possibilità di scaricare tutto in pdf. è possibile cominciare il corso in qualsiasi momento e non ci sono limiti di lezioni e revisioni per maggiori informazioni clicca qui

  • "COHOUSING" caratteristiche e vantaggi

    Il termine "cohousing" definisce degli insediamenti abitativi composti da alloggi privati, corredati da ampi spazi comuni (coperti e scoperti) destinati all'uso collettivo e alla condivisione tra i coresidenti . Tra i servizi collettivi vi possono essere ampie cucine, lavanderie, spazi per gli ospiti, laboratori per il fai da te, spazi gioco per i bambini, palestra, piscina, internet cafè, biblioteca e altro. Le abitazioni private sono di solito di dimensioni più limitate rispetto alla media delle normali abitazioni (più piccole dal 5 al 15%). Per una duplice motivazione: contenere i costi complessivi dell’intera area interessata dal progetto di cohousing e favorire un reale ed intenso utilizzo delle aree comuni che comportano una quota di partecipazione in capo a ciascun cohouser. Di solito un progetto di cohousing comprende dalle 20 alle 40 famiglie che convivono come una "comunità intenzionale" di vicinato (vicinato elettivo) e gestiscono gli spazi comuni in modo collettivo ottenendo in questo modo risparmi economici e benefici di natura ecologica e sociale. La coresidenza si sta affermando come strategia di sostenibilità: se da un lato, infatti, la progettazione partecipata * e la condivisione di spazi, attrezzature e risorse agevola la socializzazione e la mutualità tra gli individui, dall'altro questa pratica, unitamente ad altri approcci quali ad esempio la costituzione di gruppi d'acquisto solidale, l'auto condivisa o i diversi servizi utilizzati in comune, favoriscono il risparmio energetico e diminuiscono l'impatto ambientale della comunità. Le principali caratteristiche di "cohousing" sono: multifunzionalità comunitaria: a fianco di funzioni più tradizionalmente residenziali sono presenti sempre servizi di vario tipo, destinati alla fruizione prevalente da parte dei membri della comunità; regole costituzionali e operative di carattere privato: tali insediamenti sono regolati da un sistema, generalmente abbastanza semplice, di regole di diritto privato, introdotte dai componenti della comunità per garantirne la specificità ed il funzionamento; componente valoriale: nella maggior parte dei casi la comunità si costituisce sulla base di una componente valoriale più o meno esplicita, come possono essere ad esempio servizi, valore d'investimento immobiliare, qualità ambientale, relazioni sociali o il senso di sicurezza, tale da conferirle un'accezione fortemente comunitaria; auto-selezione dei residenti: la formazione della comunità avviene per auto-selezione, solitamente ex-ante rispetto alla realizzazione materiale dell'insediamento. La scelta dei residenti avviene secondo meccanismi informali da cui deriva il cosiddetto “vicinato elettivo”; auto-organizzazione e partecipazione: un qualche grado significativo di auto-organizzazione e partecipazione dei residenti è un tratto essenziale della coabitazione. COHOUSING in ITALIA In Italia, la maggior parte delle coresidenze nascono grazie all'investimento di un gruppo di persone su un immobile dove l'intenzione è quella di trasferirsi insieme una volta costruito. Gli spazi condivisi vengono generalmente assimilati agli spazi condominiali e pertanto ricondotti alle norme e ai modelli urbanistici esistenti e l'aspetto giuridico è quello normalmente regolato dall'atto di compravendita. In Italia la coresidenza è iniziata come processo dal basso che, talvolta, ha portato alla realizzazione di comunità intenzionali come ad esempio gli Eco villaggi. Solo dall'inizio del ventunesimo secolo si assiste ad una evoluzione dell'approccio come nuova modalità abitativa che prende piede anche attraverso la formazione di comitati promotori costituiti spesso in associazioni per la promozione sociale. In alcune regioni si stanno esplorando forme di innovazione sociale di gestione del bene comune quello affidamento di un immobile in comodato d'uso gratuito per un lungo tempo. Questo diverso approccio di "secondo welfare" (che si affianca al sistema statale di politiche sociali garantito con aperture a diverse collaborazioni tra pubblico e privato) sta aprendo la strada a nuovi modelli abitativi per la terza età. Qui sotto abbiamo riportato alcuni esempi e start up di cohousing in Italia: 1-Urban Village Bovisa, Milano Il complesso è stato realizzato tra il 2007 e il 2009. È composto da 32 unità abitative disposte a corte intorno ad un giardino comune.Tra i servizi comuni ci sono l’orto, la lavanderia-stireria, la piscina-solarium, l’asilo e il car-sharing. 2-Urban Village Navigli, Milano Le caratteristiche principali del progetto sono la climatizzazione degli ambienti con un sistema di pompe di calore geotermiche che scambia energia con il terreno presenza di impianti fotovoltaici condominiali per la produzione di energia elettrica materiali e tecniche di costruzione che permettono l'isolamento termico e acustico nettamente al di sotto delle soglie massime stabiliti dalle norme vigenti la possibilità di costituire un Gas (Gruppo di acquisto solidale) per l'acquisto degli alimentari biologici e privilegiando la filiera corta presenza di spazi verdi 3-Terracielo – Rodano (MI) un cohousing particolarmente orientato ai temi della sostenibilità edilizia ed energetica, è infatti uno dei primi complessi in classe energetica A+ che ha visto il Politecnico di Milano coinvolto nella progettazione impiantistica. Un progetto inizialmente nato come tradizionale che, con il supporto di cohousing.it, si è adeguato alle richieste dei futuri cohouser dotandosi di spazi e servizi comuni (400 mq di spazi coperti e oltre 2000 mq di verde comune) che oggi caratterizzano questo complesso dal cuore tecnologico e dallo spirito collaborativo. *progettazione partecipativa (conosciuto una volta come cooperative design, progettazione cooperativa o co-design) è un approccio di progettazione che tenta di coinvolgere attivamente tutti i portatori di interesse/stakeholder (impiegati, partner, clienti, cittadini, utenti finali) nel processo di progettazione col fine di contribuire a garantire che il prodotto incontri i loro bisogni e che sia usabile. https://it.wikipedia.org/wiki/Coresidenza

  • Autorizzazioni paesaggistiche

    Il Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 prescrive, all’art. 146, che i proprietari, possessori o detentori a qualsiasi titolo di immobili o aree di notevole interesse pubblico sottoposti a tutela ai sensi di legge, hanno l’obbligo di sottoporre all’ente competente (Regione o ente subdelegato) i progetti delle opere che intendano eseguire, corredati della documentazione prevista, ai fini di ottenere preventiva autorizzazione. In difetto di essa i lavori non possono essere iniziati. Il Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 prescrive, all’art. 146, che i proprietari, possessori o detentori a qualsiasi titolo di immobili o aree di notevole interesse pubblico sottoposti a tutela ai sensi di legge, hanno l’obbligo di sottoporre all’ente competente (Regione o ente subdelegato) i progetti delle opere che intendano eseguire, corredati della documentazione prevista, ai fini di ottenere preventiva autorizzazione. In difetto di essa i lavori non possono essere iniziati. L’autorizzazione paesaggistica non è necessaria nei seguenti casi (art. 149 del D. Lgs. 42/2004): per gli interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, di consolidamento statico e di restauro conservativo che non alterino lo stato dei luoghi e l’aspetto esteriore degli edifici; per gli interventi inerenti l’esercizio dell’attività agro-silvo-pastorale che non comportino alterazione permanente dello stato dei luoghi con costruzioni edilizie ed altre opere civili, e sempre che si tratti di attività ed opere che non alterino l’assetto idrogeologico del territorio; per il taglio colturale, la forestazione, la riforestazione, le opere di bonifica, antincendio e di conservazione da eseguirsi nei boschi e nelle foreste indicati dall’articolo 142, comma 1, lettera g, purché previsti ed autorizzati in base alla normativa in materia. Oltre ai suddetti casi di esclusione previsti dall’art. 149, nel nuovo Dpr 31/2017 sono stati individuati ulteriori 31 interventi esclusi dall’autorizzazione paesaggistica (Allegato A). Fra questi, anche le opere e gli interventi edilizi che si discostano dal progetto che ha ottenuto l’autorizzazione paesaggistica fino al limite del due per cento delle misure progettuali relative a: altezza, distacchi, cubatura, superficie coperta o traslazioni dell'area di sedime (punto A.31 dell'allegato A). L'autorizzazione paesaggistica è un provvedimento autonomo e presupposto rispetto al rilascio degli altri titoli abilitativi l’intervento proposto e non costituisce presunzione di legittimità del progetto sotto ogni altro profilo. In particolare sono fatte salve le autorizzazioni e le prescrizioni stabilite da altre normative, nonché le verifiche di conformità a disposizioni vigenti oggetto di specifica disamina da parte degli Enti e degli Uffici competenti. In relazione all’entità dell’intervento, la richiesta di autorizzazione, mediante l’opportuna documentazione allegata, darà conto, in sintesi, delle seguenti fasi: lettura del paesaggio - analisi finalizzata alla comprensione delle caratteristiche specifiche del paesaggio alle diverse scale (quali sono i caratteri geomorfologici, idrologici, pedologici, vegetazionali,..? Quali sono le motivazioni alla base dell’apposizione di un vincolo specifico?) sintesi e interpretazione - Individuazione e valutazione dei caratteri strutturali del sistema paesistico-ambientale. Lettura della dinamica del paesaggio (Quali sono le permanenze e qual è il loro significato? Qual è lo stato e il valore degli elementi costitutivi del paesaggio? Quali sono gli elementi di maggiore vulnerabilità?) progetto dell’intervento inserito nel contesto (valutazione) - I contenuti paesistici sono integrati in un processo metodologico unitario di costruzione del progetto. La conoscenza del paesaggio è anche strumento di controllo del progetto (Quali sono gli effetti sul paesaggio? Quella specifica proposta in quello specifico luogo rispetta i valori riconosciuti dal vincolo, ne deteriora i caratteri, contribuisce alla riqualificazione del contesto paesistico di riferimento? Quali sono le trasformazioni che il paesaggio è in grado di assorbire o compensare? Quali correttivi è necessario introdurre?) Ai fini del rilascio dell'autorizzazione, l’Ente competente deve valutare la compatibilità paesaggistica dell'intervento richiesto in rapporto alle caratteristiche del contesto e al valore riconosciuto dal vincolo paesaggistico esistente. In particolare: - l’autorità competente entro 40 gg verifica la documentazione, acquisisce il parere della Commissione per il paesaggio e trasmette la richiesta alla Sovrintendenza; - la Sovrintendenza nei 45 gg successivi dal ricevimento della documentazione rende il proprio parere vincolante. Se la Sovrintendenza esprime parere favorevole, entro i successivi 20 giorni, viene rilasciata l’autorizzazione paesaggistica. In caso di parere negativo, viene comunicato dalla stessa Sovrintendenza il preavviso di diniego, l'autorità competente entro 20 gg. dal ricevimento del definitivo parere della Sovrintendenza emette conforme provvedimento paesaggistico; - se la Sovrintendenza non esprime il proprio parere l’autorità competente procede al rilascio dell’autorizzazione o al diniego in ogni caso decorsi 60 gg dal ricevimento della pratica da parte della Sovrintendenza. Possono rilasciare autorizzazioni paesaggistiche solo gli Enti locali inclusi negli elenchi approvati da Regione Lombardia e ritenuti idonei ad esercitare le competenze paesaggistiche loro attribuite dall’art. 80 della L.R. 12/2005. Per gli Enti locali non idonei le relative funzioni amministrative “sono esercitate, per i territori di rispettiva competenza, dagli enti gestori di parco regionale e dalle comunità montane, nonché dalla Città metropolitana di Milano o dalle province per i restanti territori.” (v. art. 80, comma 9, della LR 12/2005 e s.m.i.). www.cittametropolitana.mi.it

  • ONERI DI COSTRUZIONE

    In base al testo unico dell'edilizia (TUE), tutti gli interventi edilizi che rientrino nella categoria " Interventi di nuova costruzione " sono soggetti al pagamento di oneri di urbanizzazione primaria e secondaria ed oneri di costruzione. Interventi edilizi di nuova costruzione sono: 1) la costruzione di manufatti edilizi fuori terra o interrati, ovvero l'ampliamento di quelli esistenti all'esterno della sagoma esistente, fermo restando, per gli interventi pertinenziali; 2) gli interventi pertinenziali che le norme tecniche degli strumenti urbanistici, in relazione alla zonizzazione e al pregio ambientale e paesaggistico delle aree, qualifichino come interventi di nuova costruzione, ovvero che comportino la realizzazione di un volume superiore al 20% del volume dell’edificio principale; Il contributo di costruzione comprende una quota di del costo di costruzione dei nuovi edifici, variabile dal 5 per cento al 20 per cento, che viene determinata dalle regioni in funzione delle caratteristiche e delle tipologie delle costruzioni e della loro destinazione, dimensione ed ubicazione etc. La prima legge che ha regolamentato tale onere è il DM 801/77, conosciuta come legge Bucalossi. Tale norma consente di redigere un calcolo analitico del costo di costruzione. Il calcolo si fonda sulla quantificazione della superficie utile residenziale S.u. dell’intervento (calpestabile dei locali abitabili) e della superficie non residenziale S.n.r: (balconi, logge terrazzi, locali accessori tipo corridoi, soffitte, etc.). Una serie di parametri connotano l’intervento se ad esempio di lusso o civile, comportando a maggiorazioni percentuali del costo di costruzione. Il costo di costruzione al metro quadro(computo metrico estimativo) è deliberato dalle regioni periodicamente, ciascun comune, tramite una delibera di Consiglio Comunale opportunamente legifera sul valore finale che può essere rivalutato. Sui siti dei comuni sono pubblicate, nella maggior parte dei casi, le tabelle contente i valori aggiornati dei relativi costi di costruzione e delle opere di urbanizzazione ( prezziario vol.1 e vol.2). Una volta individuato il costo di costruzione al metro quadro lo si implementa dei coefficienti maggiorativi al metro quadro precedentemente citati. Ad esempio se un alloggio ha una S.u inferiore a 95 mq la percentuale di maggiorazione è nulla, se la superficie utile è compresa tra i 95 e 110 mq l’aumento è del 5% e così via. Il costo maggiorato viene moltiplicato per la superficie complessiva dell’edificio valutata come 100% della S.u. e 60% della S.n.r. il contributo non è altro che una percentuale del costo così determinato in base alle percentuali di maggiorazioni precedentemente citate Qui di seguito l’immagine dello schema di calcolo e delle percentuali, In base al D.p.r. 380/01 all’art. 17, il contributo di costruzione non è dovuto per: gli interventi da realizzare nelle zone agricole, ivi comprese le residenze, in funzione della conduzione del fondo e delle esigenze dell’imprenditore agricolo a titolo principale; per gli interventi di ristrutturazione e di ampliamento, in misura non superiore al 20%, di edifici unifamiliari; gli impianti, le attrezzature, le opere pubbliche o di interesse generale realizzate dagli enti istituzionalmente competenti nonché per le opere di urbanizzazione, eseguite anche da privati, in attuazione di strumenti urbanistici; gli interventi da realizzare in attuazione di norme o di provvedimenti emanati a seguito di pubbliche calamità; i nuovi impianti, lavori, opere, modifiche, installazioni, relativi alle fonti rinnovabili di energia, alla conservazione, al risparmio e all’uso razionale dell’energia, nel rispetto delle norme urbanistiche, di tutela dell’assetto idrogeologico, artistico-storica e ambientale. Le costruzioni, gli impianti industriali e artigianali non sono soggette al contributo di costruzione ma al contributo pari alla incidenza delle opere di urbanizzazione, di quelle necessarie al trattamento e allo smaltimento dei rifiuti solidi, liquidi e gassosi e di quelle necessarie alla sistemazione dei luoghi ove ne siano alterate le caratteristiche. Contributo di costruzione attività commerciali e turistiche o impianti destinati ad attività turistiche, commerciali e direzionali o allo svolgimento di servizi comporta la corresponsione di un contributo pari all’incidenza delle opere di urbanizzazione, nonché una quota non superiore al 10 per cento del costo documentato di costruzione stabilito con delibera del consiglio comunale. Il Decreto Sblocca Italia (legge n. 164/2014) ha apportato sostanziali modifiche agli articoli 16, 17, 18 e 19 del citato D.P.R. n. 380/2001 (Testo unico dell’edilizia). In particolare, al fine di promuovere il recupero del patrimonio edilizio esistente, definisce le modalità di incentivazione per gli interventi di ristrutturazione edilizia, di cui all’articolo 3, comma 1, lettera d), del d.P.R., n. 380 del 2001, rispetto a quelli di nuova costruzione. "Per gli interventi di manutenzione straordinaria di cui all’articolo 6, comma 2, lettera a), qualora comportanti aumento del carico urbanistico, il contributo di costruzione è commisurato alla incidenza delle sole opere di urbanizzazione, purché ne derivi un aumento della superficie calpestabile."

  • Uso di Nature-Based Solutions nel progetto architettonico e urbano

    Le Nature-based solutions (NBS), tradotto come soluzioni basate sulla natura, si riferiscono alla gestione e all'uso sostenibile della natura per affrontare sfide socio-ambientali come il cambiamento climatico, il rischio idrico, l'inquinamento dell'acqua, la sicurezza alimentare, la salute umana e la gestione del rischio di calamità ambientali. Nel 2015 la Commissione Europea ha pubblicato il rapporto Towards an EU Research and Innovation policy agenda for Nature-Based Solutions and Re-Naturing Cities nel quale sono messe a sistema le diverse opportunità di studio e innovazione legate a nuove prassi progettuali, realizzative e di gestione che vedono nell’utilizzo della componente naturale uno strumento di supporto di processi di riqualificazione urbana in un’ottica di resilienza e per lo sviluppo della green economy. L’approccio NBS è connesso a idee come Natural Systems Agriculture, Natural Solutions, Ecosystem-Based Approaches, Green Infrastructures (GI) e Ecological Engineering (Eggermont e altri, 2015). In particolare le GI sono un’applicazione evoluta delle NBS, che trascende l’attenzione alla solo mitigazione per proporre una riflessione teorica e applicata sul come ottenere proattivamente servizi ecosistemici potenziando i vantaggi condivisi derivanti da interazioni socio-ecologiche positive; Alcune caratteristiche essenziali delle GI sono: -il verde urbano deve essere progettato come una infrastruttura integrata con altre infrastrutture urbane in termini di relazioni fisiche e funzionali (ad esempio nel costruito con le infrastrutture di trasporto e i sistemi di gestione delle acque); -le GI combinano funzioni ecologiche, sociali ed economiche, abiotiche, biotiche e culturali degli spazi verdi; -le GI possono essere utilizzate per interventi a diverse scale, dai singoli lotti, alla comunità, alla regione e allo stato, operando in modo sinergico tra le differenti scale; In Italia i settori ove l’impiego delle infrastrutture verdi ha avuto un discreto successo sono quelli della gestione delle acque usate e quello idraulico (fitodepurazione, drenaggio urbano sostenibile, interventi idraulici). Le infrastrutture verdi sono associate al sistema della depurazione per realizzare ecosistemi filtro. Un ulteriore strumento utilizzabile a supporto della ricostruzione ecologica è il Programma di ricostruzione ecologica bilanciata (PREB) che, ad esempio, è stato adottato nell’area metropolitana di Milano con obiettivo di compensazione in occasione di Expo 2015, dove un processo analitico-valutativo ha supportato la definizione degli interventi e dei relativi esiti. L’adozione sistemica di NBS può consentire di integrare entro una visione organica il progetto di trasformazione e gestione delle componenti ambientali, paesaggistiche e socioeconomiche in una prospettiva di incremento della resilienza urbana. In tal modo è possibile superare, da un lato, i limiti di approcci che operano nella sola prospettiva delle “politiche” (con azioni orientate prevalentemente alla dimensione sociale) e, dall’altro, modelli di marketing finalizzati a prefigurare architetture “iconiche”, dove l’impiego intensivo delle componenti naturali finisce con lo svolgere un ruolo unicamente comunicativo (la “casa ecologica”, il grattacielo “verde”, il quartiere “sostenibile” fatto di villette unifamiliari, ecc.). Le sperimentazioni alla scala architettonica, per quanto concerne sia l’edificio che gli spazi aperti, evidenziano invece come la componente verde possa realmente permettere di raggiungere nuovi livelli di performance difficilmente ottenibili con soluzioni e tecniche tradizionali. Il loro utilizzo può essere declinato in molteplici contesti che richiedono l’attivazione di processi di rigenerazione. Oltre ai così detti brownfield, si possono applicare per qualificare gli spazi pubblici, le aree residuali in contesti densamente urbanizzati, i fronti ciechi degli edifici, le opere edilizie e infrastrutturali incompiute e/o abbandonate, fino naturalmente al miglioramento prestazionale del patrimonio esistente. L’uso degli elementi verdi come materiale per la costruzione di spazi pubblici e architetture al pari della pietra, dell’acciaio, del laterizio e del vetro è consolidato nella pratica architettonica sia nel passato che nella contemporaneità. La durabilità nel tempo dell’intervento NBS non può che derivare dall’identificazione del corretto equilibrio tra esigenze di carattere prestazionale e funzionale e caratteristiche meteo-climatiche e ambientali del sito di intervento. L’appropriatezza diventa ancor di più elemento imprescindibile di qualità delle proposte progettuali che adottano le NBS spingendo verso una ancor maggiore integrazione nelle proposte delle tematiche ambientali, culturali, sociali ad anche economiche. Non si tratta di attivare quella che semplicisticamente viene definita come “rinaturalizzazione” degli ambiti urbani, ma di rigenerare i tessuti urbani con logiche che ne migliorino le performance nel ciclo di vita, anche attraverso l’uso di tecniche che si fondano sull’uso consapevole e progettato di elementi naturali. Soluzioni quali la piantumazione di alberi, la realizzazione di aiuole e superfici filtranti, bacini di fitodepurazione, tetti verdi, facciate verdi, ecc., se gestite all’interno di una visione progettuale consapevole, non solo permettono di intervenire sugli spazi pubblici urbani e sugli edifici con benefici di carattere ambientale e funzionale, ma possono anche comportare miglioramenti di carattere gestionale e risparmi economici diretti e indiretti. Mussinelli_et_al-2017TECHNE__Journal_of_Technology_for_Architecture_and_Environment.pdf

  • Sistema costruttivo di Pannelli X-LAM

    Cos'è una struttura x-lam? É un sistema costruttivo che viene utilizzato per realizzare case multipiano in legno e cioè per costruire edifici con una struttura portante in legno. Questa struttura è composta da pannelli di legno massiccio a strati incrociati incollati tra loro o tenuti insieme da viti di legno (a secco). Insieme formano l'impianto portante dell'edificio e verranno poi rivestiti sia internamente che esternamente. Servono almeno 3 strati di legno per comporre un pannello, il cui spessore e le cui dimensioni variano in base alle caratteristiche geometriche e funzionali dell'edificio che si vuole costruire. Vengono poi aggiunti materiali isolanti di origine naturale. Generalmente il materiale utilizzato è il legno proveniente dall'abete o dal pino o dal larice, in quanto queste tipologie di legno presentano caratteristiche di resistenza e durabilità fondamentali per lo scopo edile. Questo sistema può essere impiegato per costruire sia pareti che solai di edifici che potranno essere composti anche da più di 4 piani. L'elemento piano che risulta è generalmente quello rettangolare. Il montaggio di un edificio con tali sistemi costruttivi procede tipicamente “per piani”: si dispongono gli elementi verticali di ogni piano (pannelli di parete); si dispongono gli elementi orizzontali (pannelli di solaio) in appoggio sulle pareti; infine si procede al montaggio dei pannelli verticali del piano successivo, allineati verticalmente con i pannelli inferiori, in appoggio sui pannelli di solaio. Collegamenti tra pareti e fondazione Una prima soluzione è quella di appoggiare direttamente la parete di legno sull’elemento di fondazione (ovviamente con l’interposizione di guaine di impermeabilizzazione, non riportate in figura, atte a proteggere il legno dall’umidità). Al fine di contrastare l’effetto delle azioni orizzontali sugli edifici (vento e sisma) che possono generare forze di sollevamento e scorrimento del pannello rispetto alla fondazione, si utilizzano in genere hold-down, chiodati alla parete in legno e collegati al calcestruzzo mediante tasselli fissati in maniera meccanica o chimica, e angolari metallici a taglio, fissati in modo analogo. Un’altra possibile soluzione prevede il posizionamento di una soglia di legno di interposizione tra parete e fondazione, in genere utilizzando una specie legnosa naturalmente più durabile, come può essere il larice. In tal caso si possono avere dei vantaggi nel montaggio legati al fatto che una volta posata e “messa in bolla” la soglia, il posizionamento della parete è più veloce ed il suo fissaggio è fatto su un elemento in legno (e non in calcestruzzo). Collegamenti tra pareti e solai Nel nodo parete-solaio-parete la trasmissione delle azioni è garantita tramite sistemi di giunzione analoghi a quelli utilizzati in fondazione. Anche per tale nodo si usano in genere due differenti tipologie di sistema di ancoraggio per la trasmissione degli sforzi di taglio e di trazione. Collegamenti tra pareti e copertura Negli edifici XLAM la copertura può essere realizzata sia con pannelli XLAM che, come più spesso accade, mediante travi di colmo e travetti. Collegamenti di balcone Nella Figura 2.45 lo sbalzo del balcone è realizzato prolungando gli elementi portanti del solaio: tale soluzione permette di realizzare balconi nella direzione di orditura del solaio (ad esempio travi in legno, pannelli XLAM). APPUNTI PER LE COSTRUZIONI IN LEGNO: normativa, progettazione e buone pratiche di cantiere A CURA DELL’UFFICIO TECNICO ASSOLEGNO https://www.pedago.it/blog/pannelli-x-lam-cosa-sono-dettagli-costruttivi-prezzo-mq.htm

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