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Ogni progetto edilizio, per diventare davvero parte di un contesto urbano, ha bisogno di una base solida che va oltre la struttura dell'edificio. Parliamo delle opere di urbanizzazione, quell'insieme di infrastrutture che permettono alla città di funzionare, ai cittadini di vivere in sicurezza e ai servizi di integrarsi armoniosamente nello spazio costruito. Sono queste opere che trasformano un lotto vuoto in un luogo abitabile. Eppure, nella loro apparente invisibilità, sono spesso trascurate anche da chi si appresta a sostenere l'Esame di Stato.

Nel corso degli anni, la normativa urbanistica ha dato sempre più peso a queste infrastrutture, definendole, regolamentandole e chiarendo chi è tenuto a realizzarle, a gestirle, e a pagarle. È un percorso complesso che coinvolge Comuni, privati, progettisti, e strumenti di pianificazione urbanistica.

Il cuore invisibile della città

Immaginiamo una nuova area residenziale. Il progetto architettonico è approvato, gli edifici disegnati con cura, ma... manca tutto ciò che collega questi volumi alla città. Dove passano le auto? Come arrivano l'acqua potabile, l'elettricità, la rete fognaria? Dove giocano i bambini? Dove parcheggiano i residenti? Le risposte a queste domande si trovano nelle opere di urbanizzazione, che si dividono in primarie e secondarie. Le prime includono strade, reti tecnologiche, parcheggi, tutto ciò che è funzionale all'accessibilità e all'uso dell'abitato. Le seconde aggiungono valore alla qualità della vita: scuole, parchi, centri sociali, spazi per lo sport.

Un sistema regolato dalla legge

La base normativa è solida e articolata. Il D.P.R. 380/2001, conosciuto come Testo Unico dell'Edilizia, all'articolo 16 definisce gli oneri di urbanizzazione, ovvero quei contributi economici che i soggetti attuatori devono versare ai Comuni. Ma il percorso normativo ha radici più antiche: dalla Legge Urbanistica del 1942 alla Legge Ponte del 1967, fino al D.M. 1444 del 1968 che stabilisce standard e distanze minime per le urbanizzazioni.

Ogni Comune, poi, declina queste norme nei propri strumenti urbanistici: PGT, PRG, Regolamenti edilizi. È qui che si stabiliscono le modalità con cui le opere vanno realizzate, chi se ne fa carico e in che tempi devono essere consegnate. Le convenzioni urbanistiche, per esempio, sono accordi tra il Comune e il privato in cui quest'ultimo si impegna a realizzare direttamente le opere, spesso come condizione per ottenere l'autorizzazione a costruire.


Il ruolo del progettista

Per chi affronta l'Esame di Stato, è fondamentale comprendere che il progetto architettonico non si chiude nel perimetro dell'edificio. Un buon progetto tiene conto dei flussi, degli accessi, dell'inserimento nei tessuti urbani esistenti. Integra le urbanizzazioni nella logica dell'intervento, verificando la compatibilità con le reti esistenti, proponendo soluzioni sostenibili, studiando il dimensionamento degli spazi pubblici. È qui che si vede la visione dell'architetto urbanista, capace di guardare oltre la scala dell'edificio.

Una visione integrata

Le opere di urbanizzazione sono quindi molto più che semplici infrastrutture. Sono lo scheletro della città, ciò che ne permette il funzionamento quotidiano. Comprendere come funzionano, saperle progettare e normare è una competenza indispensabile. Non solo per superare l'Esame di Stato, ma per diventare professionisti consapevoli, capaci di operare in un contesto reale e complesso.


Sezione stradale
Sezione stradale

Norme di riferimento essenziali

1. Legge fondamentale

  • D.P.R. 380/2001 (Testo Unico dell’Edilizia)

    • Art. 16: Oneri di urbanizzazione primaria e secondaria.

    • Art. 28: Obblighi per i costruttori nelle lottizzazioni.

2. Standard urbanistici

  • D.M. 1444/1968

    • Definisce gli spazi minimi per servizi (verde pubblico, scuole, parcheggi).

3. Pianificazione comunale

  • Legge 1150/1942 (Legge Urbanistica)

    • Base per PRG/PGT, inclusa la destinazione di aree a urbanizzazioni.

  • Legge 765/1967 (Legge Ponte)

    • Introduce gli oneri di urbanizzazione come strumento di finanziamento.

4. Gestione delle reti

  • D.Lgs. 152/2006 (Codice Ambientale)

    • Regola fogne, acque reflue e impatto ambientale delle urbanizzazioni.

5. Convenzioni pubblico-privato

  • Art. 11 Legge 241/1990

    • Disciplina gli accordi tra Comuni e privati per la realizzazione di opere.



Domande frequenti sull’Esame di Stato

1. Cosa si intende per "opere di urbanizzazione primarie e secondarie"?

Le primarie sono infrastrutture essenziali per la fruibilità dell’area (strade, fognature, reti idriche, elettriche, illuminazione). Le secondarie riguardano servizi collettivi (scuole, parchi, aree verdi). Spesso all’Esame chiedono di distinguerle o di indicarle in un progetto.

2. Chi è responsabile della realizzazione delle opere di urbanizzazione?

Dipende:

  • Le primarie sono a carico del Comune, ma spesso i privati le realizzano tramite convenzioni (es. lottizzazioni).

  • Le secondarie possono essere finanziate con oneri di urbanizzazione versati dai costruttori.

3. Come si calcolano gli oneri di urbanizzazione?

Si basano sul costo di costruzione (D.P.R. 380/2001, art. 16) e sono definiti dai regolamenti comunali. All’Esame potrebbero chiederti di stimarli per un caso ipotetico.

4. Cosa succede se un’area non è ancora urbanizzata?

Il progetto deve prevedere le opere necessarie o dimostrare la compatibilità con le reti esistenti. Se l’area è isolata, potrebbero servire accordi con il Comune (es. variante al PGT).

5. Perché le urbanizzazioni sono importanti nella progettazione?

Senza di esse, un edificio è inutilizzabile (es. senza fogne o accessi stradali). All’Esame, trascurarle è un errore grave!


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I risultati dell’ultimo esame di stato di Architetto suonano come un campanello d’allarme. Nonostante le speranze di una semplificazione, la prova si è rivelata ancora più impegnativa, con tassi di successo in costante diminuzione. La complessità delle tracce, la necessità di padroneggiare una vasta gamma di discipline e la pressione di rispettare criteri valutativi rendono l’esame un ostacolo sempre più arduo da superare.

Analizzando i dati provenienti da diverse sedi d’Italia, come Pescara e Milano, emerge un quadro preoccupante. A titolo di esempio, nella sede di Pescara, su 70 iscritti, 60 si sono presentati e solo 19 sono riusciti a superare la prova pratica e accedere all’orale. Si tratta di un tasso di successo a quasi 30%, un dato allarmante che evidenzia la crescente difficoltà dell’esame.

Le tracce proposte nelle diverse sedi confermano questa tendenza. A Milano, i candidati hanno dovuto confrontarsi con la progettazione di una residenza temporanea per i visitatori di ospedale, mentre a Roma il tema era una torre residenziale. Queste tracce richiedono non solo una solida preparazione progettuale, ma anche una profonda conoscenza delle normative, degli aspetti tecnologici e della rappresentazione grafica.

Superare l’esame di stato richiede una preparazione accurata e completa. Oltre a una solida base teorica, è fondamentale sviluppare abilità pratiche come il disegno rapido e preciso, nonché la padronanza di progettazione. Inoltre, è essenziale saper organizzare efficacemente il tempo durante la prova e presentare le proprie idee in modo chiaro e sintetico.


Il supporto di professionisti del settore può fare la differenza. Iscriversi a un corso di preparazione intensivo, affrontare simulazioni d’esame e creare gruppi di studio sono strategie vincenti per aumentare le proprie chance di successo.

In conclusione, l’esame di stato di Architetto rappresenta una sfida sempre più impegnativa. Tuttavia, con una preparazione adeguata e una strategia mirata, è possibile superare questo ostacolo e raggiungere l’ambito titolo di Architetto.

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