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L'esame di Stato abilitante alla professione di architetto rappresenta una tappa fondamentale per gli studenti di architettura che desiderano esercitare la professione. Negli ultimi anni, l'esame ha subito delle modifiche significative, in particolare con l'introduzione di una nuova modalità di svolgimento a distanza.



Ma quali sono i pro e i contro di questa nuova modalità di esame orale a distanza rispetto alla vecchia modalità di svolgimento?

Innanzitutto, uno dei vantaggi principali è rappresentato dalla comodità e dalla flessibilità di poter svolgere l'esame da casa propria, senza dover affrontare eventuali spostamenti. Inoltre, gli studenti hanno la possibilità di utilizzare tutti gli strumenti che possiedono per supportare la loro esposizione. Inoltre, l'esame orale a distanza può ridurre il costo e lo stress associati al viaggio per raggiungere il luogo dell'esame.

D'altra parte, ci sono alcuni svantaggi nell'esame orale a distanza. Ad esempio, il candidato non ha la possibilità di mostrare i propri lavori e progetti in modo tangibile, inoltre la connessione Internet può creare problemi tecnici durante lo svolgimento dell'esame. la comunicazione tra il candidato e la commissione può essere meno fluida a causa della distanza e può mettersi i candidati sotto eventuali stress di problemi di comunicazione o la lingua(per i candidati stranieri).


TEMPO DI PREPRARSI PER L'ESAME DI STATO?!

Il tempo necessario per prepararsi all'esame di Stato dipende dalle competenze e dalle conoscenze individuali. Tuttavia, in media, i laureati in architettura dedicano circa sei mesi alla preparazione dell'esame di Stato, lavorando a tempo pieno. È importante notare che il tempo di preparazione può variare notevolmente a seconda dell'esperienza dell'individuo, delle conoscenze acquisite durante gli studi e della preparazione personale.

Un neolaureato in architettura dovrebbe iniziare a prepararsi per l'esame di stato il prima possibile, preferibilmente subito dopo la laurea. È importante iniziare a studiare in modo costante e regolare, in modo da avere abbastanza tempo per prepararsi adeguatamente per l'esame.

Gli studenti possono scegliere di seguire un corso di preparazione all'esame di stato, che fornirà loro gli strumenti e le risorse necessarie per superare l'esame. Questi corsi di solito includono lezioni teoriche, esercizi pratici, simulazioni di esame e sessioni di revisione.

Quali sono le previsioni per la modalità d'esame nel 2023?

Al momento non ci sono notizie ufficiali riguardo alla modalità di esame di stato per l'anno 2023. Tuttavia, è possibile che l'esame orale a distanza rimanga in vigore, anche dopo la fine della pandemia. In ogni caso, è importante rimanere aggiornati sulle ultime notizie riguardanti l'esame di stato e prepararsi adeguatamente per qualsiasi eventualità.

Infine, è importante sottolineare l'importanza di frequentare un corso di preparazione all'esame di stato. Il corso fornisce agli studenti le competenze necessarie per superare l'esame con successo, aumentando le loro possibilità di successo. Inoltre, frequentare un corso può aiutare gli studenti a ridurre lo stress e l'ansia associati all'esame, fornendo loro un supporto emotivo e psicologico.

In conclusione, l'esame di Stato per l'abilitazione alla professione di architetto è un passaggio cruciale per gli studenti che desiderano esercitare la professione. La nuova modalità di svolgimento dell'esame orale a distanza presenta vantaggi e sfide, ma è importante prepararsi adeguatamente e frequentare un corso di preparazione per aumentare le probabilità di successo. Mantenere aggiornati sulle ultime notizie riguardanti l'esame di stato è inoltre fondamentale per prepararsi adeguatamente e superare l'esame con successo.


per informazioni sul corso di preparazione per l'esame di Stato Architetto consulta il link:

Le città moderne sono in costante evoluzione, con nuovi edifici che sorgono e vecchi edifici che vengono demoliti per far spazio a nuove infrastrutture e sviluppi urbani. Tuttavia, è importante anche preservare il nostro passato architettonico, poiché rappresenta la nostra storia e la nostra identità culturale. La conservazione architettonica gioca un ruolo fondamentale nel plasmare il futuro delle città urbanizzate, offrendo numerosi benefici che vanno oltre il semplice atto di preservare vecchi edifici.




Innanzitutto, la conservazione architettonica preserva la nostra memoria collettiva e il nostro patrimonio culturale. Gli edifici storici e i siti del patrimonio sono testimoni irripetibili della nostra storia, raccontando le storie dei nostri antenati e plasmando la nostra identità collettiva. Forniscono un collegamento tangibile al nostro passato e contribuiscono alla nostra comprensione dell'evoluzione culturale e sociale. Conservando gli edifici storici, possiamo assicurare che le future generazioni possano apprezzare e imparare dal nostro patrimonio.


In secondo luogo, la conservazione architettonica promuove uno sviluppo urbano sostenibile. Molti edifici storici si trovano nel cuore delle aree urbane, con una ricca importanza storica, sociale ed economica. La loro conservazione può contribuire a rivitalizzare i quartieri urbani, migliorare la coesione comunitaria e sostenere le economie locali attraverso il turismo, gli eventi culturali e il riutilizzo creativo. In questo modo, la conservazione architettonica può contribuire a creare città vibranti, vivibili e sostenibili che bilanciano la modernizzazione con la conservazione culturale.

In terzo luogo, la conservazione architettonica favorisce l'innovazione e la creatività. Il riutilizzo adattativo degli edifici storici spesso richiede soluzioni creative e approcci di progettazione innovativi. Riusando strutture storiche per utilizzi moderni, architetti e urbanisti possono dimostrare come il vecchio e il nuovo possano convivere armoniosamente, portando alla creazione di spazi unici e ispiratori. I progetti di conservazione offrono anche opportunità per l'artigianato, le tecniche tradizionali di costruzione e i materiali locali, promuovendo la diversità culturale e stimolando l'innovazione nelle pratiche di progettazione e costruzione.


Inoltre, la conservazione architettonica incoraggia il coinvolgimento e la partecipazione della comunità. Gli edifici storici spesso hanno profonde connessioni sociali ed emotive con le comunità locali. La loro conservazione può dare potere alle comunità per partecipare attivamente ai processi decisionali, promuovendo un senso di proprietà, orgoglio e responsabilità. Le iniziative di conservazione architettonica spesso coinvolgono la collaborazione tra diverse parti interessate, come governi locali, comunità, professionisti del settore edile e privati. Questo coinvolgimento può portare a una maggiore comprensione delle esigenze e dei desideri della comunità locale, favorendo un processo decisionale più equo e inclusivo nella pianificazione urbana.


Infine, la conservazione architettonica promuove la qualità del design e dell'architettura. Gli edifici storici spesso sono esempi di eccellenza architettonica e di design, rappresentando stili architettonici unici e dettagli artigianali raffinati. La conservazione di questi edifici può ispirare la progettazione contemporanea, offrendo spunti per nuove idee e soluzioni. Inoltre, il restauro e la conservazione di edifici storici richiedono un attento studio del contesto storico e culturale, delle tecniche costruttive e dei materiali tradizionali, promuovendo l'apprendimento e la diffusione delle competenze nel settore dell'architettura e dell'edilizia.


Tuttavia, la conservazione architettonica nelle città urbanizzate può anche incontrare sfide e ostacoli. Il costo finanziario della conservazione e del restauro degli edifici storici può essere elevato, e potrebbe essere necessario affrontare questioni di zonizzazione, normative edilizie, proprietà e interessi conflittuali. Tuttavia, gli sforzi dedicati alla conservazione architettonica possono essere ampiamente ripagati dai benefici a lungo termine per la comunità e per lo sviluppo sostenibile delle città.


In conclusione, la conservazione architettonica è un elemento essenziale per plasmare il futuro delle città urbanizzate. Non solo ci permette di conservare il nostro passato e preservare la nostra identità culturale, ma promuove anche uno sviluppo urbano sostenibile, l'innovazione, la partecipazione della comunità e la qualità del design. Investire nella conservazione architettonica significa investire nel benessere delle comunità locali, nel patrimonio culturale e nell'evoluzione delle città per le future generazioni. È importante trovare un equilibrio tra modernizzazione e conservazione, poiché la nostra storia e il nostro patrimonio architettonico sono tesori da custodire per le generazioni future.



È stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il nuovo codice appalti, dlgs 36/2023. Ecco il testo da scaricare completo di allegati e le principali novità


Dlgs 36-2023
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Il nuovo codice appalti è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 31 marzo 2023, rispettando i tempi previsti. Diamo il benvenuto al dlgs 36/2023 che dal primo aprile 2023 manda in pensione il dlgs 50/2016 dopo quasi 7 anni di onorata carriera (in realtà l’entrata in vigore delle nuove disposizioni è soggetta a un periodo transitorio).

Uno dei punti focali del nuovo codice è la digitalizzazione dell’intero ciclo di vita dell’appalto.

Anche le stazioni appaltanti avranno l’obbligo di migrare verso piattaforme aperte interoperabili (BIM): dovranno adottare metodi e strumenti di gestione informativa digitale delle costruzioni per la progettazione e la realizzazione di opere di nuova costruzione e per gli interventi su costruzioni esistenti per importo a base di gara superiore a 1 milione di euro.


Nuovo codice appalti, download dlgs 36/2023

Il testo del dlgs 36/2023 è stato pubblicato sul supplemento ordinario n.12 della Gazzetta Ufficiale n. 77 del 31 marzo 2023.

Ecco il testo completo del nuovo codice.

Nuovo codice appalti, quando entra in vigore?

Quando entra in vigore il nuovo codice appalti? Il codice si applicherà a tutti i nuovi procedimenti a partire dal 1° aprile 2023. Dal 1° luglio 2023 è prevista l’abrogazione del dlgs 50/2016 e l’applicazione delle nuove norme anche a tutti i procedimenti già in corso.


Nuovo codice appalti e digitalizzazione

La digitalizzazione è il carburante per l’intero sistema e per il ciclo di vita dell’appalto. Un vero e proprio “ecosistema nazionale di approvvigionamento digitale” composto da una serie di elementi:

  • banca dati nazionale dei contratti pubblici;

  • fascicolo virtuale dell’operatore economico, appena reso operativo dall’Autorità nazionale anti corruzione (ANAC);

  • piattaforme di approvvigionamento digitale;

  • procedure automatizzate nel ciclo di vita dei contratti pubblici.

Digitalizzazione totale anche per quanto riguarda l’accesso agli atti, in linea con le procedure di affidamento e di esecuzione dei contratti pubblici.

Nuovo codice appalti: procedure di affidamento

L’articolo 50 del nuovo codice appalti prevede un sistema di procedure per l’affidamento differente rispetto all’impianto precedente: limiti più alti per gli affidamenti diretti e un sistema semplificato.

Sono previste le seguenti procedure di affidamento:

Lavori:

  • affidamento diretto fino a 150.000 euro;

  • procedura negoziata senza bando, con consultazione di 5 operatori economici, per i lavori di importo fino a 1 milione di euro;

  • procedura negoziata senza bando, con consultazione di 10 operatori economici, per i lavori di importo fino a soglia;

Servizi e forniture:

  • affidamento diretto fino a 140.000 euro;

  • procedura negoziata senza bando, con consultazione di 5 operatori economici, per i servizi/fornitura fino a soglia di rilevanza europea.

Inoltre, per l’affidamento di lavori di importo pari o superiore a 1 milione di euro e fino 5,382 milioni di euro è fatta salva la possibilità di procedere con gara ad evidenza pubblica senza necessità di motivazione.

Con l’entrata in vigore del nuovo codice appalti (luglio 2023), la metodologia BIM diventerà una realtà consolidata nella normale amministrazione di un appalto pubblico.

Nuovo codice appalti e RUP, cosa cambia

Nel nuovo codice appalti la figura del RUP cambia nome rispetto al dlgs 50/2016: da responsabile unico del procedimento diventa responsabile unico del progetto. A lui vengono affidate le fasi di:

  • programmazione;

  • progettazione;

  • affidamento;

  • esecuzione.

Novità del nuovo testo rispetto alla bozza di dicembre 2016 risiede nei requisiti del RUP che adesso vengono definiti nell’allegato I.2. Nella bozza di dicembre tale allegato conteneva, invece, indicazioni su nomina e compiti del responsabile unico del progetto. Altra novità interessa la nomina. Secondo il testo approvato in Coniglio dei Ministri spetta alle stazioni appaltanti e agli enti concedenti e non al responsabile dell’unità organizzativa, come riportato nella bozza di dicembre. Inoltre può essere scelto preferibilmente all’interno della stazione appaltante anche tra i dipendenti con contratto a tempo determinato (altra novità rispetto alla bozza di dicembre).

Nuovo codice appalti: si al subappalto a cascata

La novità in materia di subappalto è introdotta dall’art. 119 dlgs 36/2023, precisamente al comma 17. La novità è che si può ricorrere al subappalto a cascata, a differenza di quanto indicato nell’art. 105 dlgs 50/2016 in cui ne era specificato il divieto.

Che cos’è il subappalto a cascata? È l’affidamento di lavorazioni di competenza del subappaltatore, ad una impresa terza. Il nuovo codice appalti stabilisce che è possibile farlo a discrezione della stazione appaltante.

Progettazione secondo il nuovo codice: addio al definitivo

Il nuovo testo abolisce completamente il livello intermedio di progettazione: i livelli di progettazione diventano due:

  • progetto di fattibilità tecnico-economica;

  • progetto esecutivo.

L’allegato I.7 del Codice definisce i contenuti dei due livelli di progettazione e stabilisce il contenuto minimo del quadro delle necessità e del documento di indirizzo della progettazione che le stazioni appaltanti e gli enti concedenti devono predisporre.

Appalto integrato

Prevista la possibilità di ricorrere all’appalto integrato! Si parla di appalto integrato quando il contratto ha per oggetto sia la progettazione che l’esecuzione dei lavori, ossia l’affidamento della progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori sulla base di un progetto di fattibilità tecnico-economica approvato. Il nuovo codice consente il ricorso all’appalto integrato.

Revisione prezzi

Nelle procedure di affidamento è obbligatorio l’inserimento delle clausole di revisione prezzi che si attivano per variazioni del costo dell’opera, della fornitura o del servizio, in aumento o in diminuzione, superiori al 5% dell’importo complessivo e operano nella misura dell’80% della variazione stessa, in relazione alle prestazioni da eseguire in maniera prevalente.

Qualificazione stazioni appaltanti

Le stazioni appaltanti delle unioni di comuni, delle provincie e delle città metropolitane, dei comuni capoluogo di provincia e delle regioni, sono iscritte nell’elenco ANAC delle stazioni appaltanti qualificate con riserva. Le succitate stazioni appaltanti devono presentare domanda di scrizione con riserva agli elenchi delle stazioni appaltanti e delle centrali di committenza qualificate a partire dal 1° luglio 2023, così da prestare ausilio in favore di altre SA non qualificate.

Le stesse, a decorrere dal 1°gennaio 2024, dovranno presentare domanda per l’iscrizione a regime nei medesimi elenchi. L’iscrizione con riserva ha una durata non superiore al 30 giugno 2024.

La qualificazione è prevista per:

  • affidamento diretto di servizi e forniture superiori alle soglie;

  • affidamento di lavori superiori a 500.000 €.

Il sistema di qualificazione entrerà in vigore il 1° gennaio 2024.

Nuovo e vecchio codice: periodo transitorio

E’ previsto un periodo transitorio in cui coesisteranno i 2 codici che terminerà il 1° gennaio 2024.

Il nuovo codice entra in vigore il 1° aprile 2023, ma le sue disposizioni acquistano efficacia dal 1° luglio 2023; tuttavia, per avvisi o bandi pubblicati prima di tale data, si continuano ad applicare le regole del vecchio codice appalti (dlgs 50/2016).

Occorre prestare particolare attenzione all’intreccio normativo: per conoscere tutti i dettagli ti rimando a uno specifico contenuto sull’entrata in vigore e il periodo transitorio.

Entrata in vigore codice appalti 2023

Non rischiare di trovarti impreparato. Per adeguare al meglio i tuoi sistemi e per essere certo di rispondere appieno ai nuovi adempimenti, affidati ad un unico interlocutore in grado di supportare il tuo lavoro.

Nuovo codice appalti e il principio del risultato

Un’altra novità del nuovo codice rispetto al dlgs 50/2016 è il principio del risultato a cui è dedicato il primo articolo del dlgs 36/2023:

Il principio del risultato costituisce attuazione del principio del buon andamento e dei correlati principi di efficienza, efficacia ed economicità. Esso è perseguito nell’interesse della comunità e per il raggiungimento degli obiettivi dell’Unione europea.

La vera rivoluzione è contenuta nel comma 4: la responsabilità del personale finora veniva intesa come responsabilità di violazione delle norme. Il principio del risultato, invece, presuppone che la valutazione avvenga in finzione del risultato concreto raggiunto e non solo per la mera applicazione delle norme.

L’obiettivo principale del nuovo codice è quello di gestire bene ogni fase: dall’affidamento fino alla realizzazione dei lavori con la massima tempestività e il miglior rapporto qualità/prezzo. Ma se velocità significa non applicare correttamente le norme o significa mettere da parte la qualità, perde di valore.

Il nuovo codice si apre con l’analisi di 12 principi generali di derivazione costituzionale, tra cui il principio del risultato che richiama il principio del buon andamento di cui all’art. 97 della Costituzione. Tale principio è in funzione di altri principi: concorrenza, trasparenza, verificabilità, tracciabilità, efficacia, efficienza, economicità.



https://biblus.acca.it/nuovo-codice-appalti-2023/


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